L’analisi degli ultimi dati di contabilità nazionale pubblicati il 9 aprile dall’Istat evidenzia che nel 2018 la dinamica della domanda interna, a prezzi correnti, è sostenuta dall’aumento del 3,9% degli investimenti fissi lordi a fronte di un aumento dell’1,8% dei consumi.
Nel 2018 gli investimenti fissi lordi sono per l’88,0% in capo al settore privato ed in particolare i due terzi (66,0%) si concentrano nelle imprese e appresentano oltre un decimo (11,6%) del PIL.
Nell’ultimo anno gli investimenti crescono del 3,9% trainati dal +5,6% per le imprese (+5,2% del settore privato nel suo complesso) mentre nel settore pubblico diminuiscono del 4,3%. Sia gli investimenti totali che quelli privati segnano il quarto aumento consecutivo mentre quelli pubblici sono in calo dal 2013 con l’eccezione dell’aumento osservato nel 2017.
L’analisi nel quinquennio 2013-2018 indica che gli investimenti privati cumulano un aumento del 16,7% (+23,3% per le imprese) ed all’opposto quelli pubblici sono in flessione del 3,8%.
Per quanto riguarda il peso degli investimenti sul PIL il settore privato mostra una quota del 15,5%: in particolare per le imprese si rileva, come abbiamo visto, una quota sul PIL dell’11,6% che in un anno cresce di 0,4 punti percentuali ed in cinque anni di 1,3 punti.
Nel confronto internazionale gli investimenti pubblici in Italia nel 2018 rappresentano il 2,1% del PIL, una quota inferiore di 0,6 punti rispetto alla media dell’Eurozona (2,7%) e che posiziona l’Italia al penultimo posto in UE davanti ad Irlanda e Portogallo (2,0%). Il gap di investimenti pubblici fissi lordi tra Italia e Eurozona vale 10,6 miliardi di euro.
La scarsità degli investimenti pubblici non consente di colmare l’ampio gap infrastrutturale dell’economia italiana e aggrava le condizioni di scarsa digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Infine la spesa per investimenti, grazie a più elevato moltiplicatore, garantisce maggiore crescita, vitale per mantenere in equilibrio gli indicatori di finanza pubblica: come abbiamo evidenziato in una nostra recente analisi, simulazioni condotte della Banca d’Italia evidenziano che il moltiplicatore degli investimenti è vicino ad uno già dal primo anno. La tendenza negativa dell’accumulazione di capitale pubblico potrebbe proseguire nel 2019; a tal riguardo si ricorda che, dopo l’accordo con la Commissione europea, la manovra di bilancio approvata a fine dicembre ha ridotto di un miliardo di euro la spesa per investimenti della PA e per contributi agli investimenti per quest’anno.
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