Non è purtroppo una sorpresa che l’Italia sia tra i primi paesi dell’area UE per numero di NEET, giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano o non sono inseriti in percorsi di formazione. Secondo i più recenti dati Eurostat nel nostro Paese quasi un giovane su cinque rientra in questa categoria; peggio di noi – nell’Europa a 27 – solo la Romania.
Se a questa preoccupante fotografia si aggiungono il calo demografico in atto (nel 2022 sono nati in Italia 390 mila bambini, solo qualche decennio fa nasceva circa 1 milione di bambini l’anno), la diminuzione del numero delle imprese (le imprese artigiane dieci anni fa erano 1.9 milioni oggi sono 1.2) e il rapido invecchiamento dei loro titolari, il nostro sistema economico-sociale-formativo - e quindi di riflesso tutti i soggetti che dovrebbero sentirsi protagonisti in tale complessità - ha l’urgenza di affrontarne i problemi radicati dietro questi fenomeni.
Questo, in breve, è ciò che è emerso dal seminario “Imprenditorialità, innovazione ed ecosistemi locali di sviluppo”, che si è svolto questa mattina a Milano presso il Museo del Risorgimento organizzato da APA Confartigianato Milano, Monza e Brianza, Fondazione Germozzi e la piattaforma EECOLE di OCSE.
Una tavola rotonda di confronto e dialogo tra mondo dell’impresa, della formazione, della politica, della ricerca, dell’economia che arriva a Milano dopo una gemella esperienza a New York che ha dato il “la” ad una serie di intese e best practice tra soggetti diversi ma accumunati dalla necessità di non solo evidenziare il necessario investimento che deve coesistere tra innovazione e impresa, ma che soprattutto miri a mettere in luce i ritardi di questa “epoca di passaggio” e trovare soluzioni per colmarli.
Il seminario, che è anche contributo ideale di APA Confartigianato alla discussione del Patto per il Lavoro del Comune di Milano, ha ragionato su come la creazione di un ecosistema per la creazione e gestione delle competenze nel sistema delle imprese sia ormai un tema di competitività territoriale in tutto il mondo. Si parla di ecosistema perché, lo dimostra anche l’esperienza di Upskill 4.0 raccontata dal suo fondatore e presidente Stefano Micelli, la complessità delle sfide per cui servono competenze richiede uno sforzo collettivo degli attori territoriali, sistema pubblico, imprese e loro rappresentanti, sistema dell’education, terzo settore. Non si tratta più infatti solo di organizzare la produzione di nuove figure professionali che vadano sul mercato delle imprese, ma di attrarle, trattenerle, riqualificarle, nonché metterle a servizio di progetti di innovazione come parte del loro percorso formativo.
“Di convegni ne facciamo tanti, ma adesso serve davvero agire: non possiamo permetterci di perdere cinque, dieci anni, o di più – spiega il professor Stefano Micelli, Presidente e Amministratore delegato Upskill 4.0. – Lo dico senza troppi giri di parole: la competitività delle PMI passa dal digitale. Il territorio di cui oggi parliamo (Milano Monza e Brianza) vanta un rapporto generativo, non di sfruttamento. Questo vuol dire, banalmente, che il successo delle grandi istituzioni e delle grandi imprese dipende anche dalla tenuta e della capacità di innovazione delle piccole. Da questo tavolo dobbiamo uscire ribadendo che va creato un ponte virtuoso tra queste due dimensioni. Come lo facciamo? Con istruzione, lavoro di qualità, con risorse”.
A parlare del ruolo che OCSE sta giocando nella complessità di un mondo in rapidissima trasformazione è Raffaele Trapasso, senior economist OCSE.
“OCSE è cambiata tantissimo in questi anni: si sta allargando anche con Paesi che anno idee di futuro e di ricostruzione molto differenti tra di loro o dai Paesi con cui la nostra organizzazione è nata – il commento di Trapasso. - Cosa ci dice questo? Che non possiamo funzionare come prima. E qui si inserisce la piattaforma EECOLE che da anni lavora nel mondo per mobilizzare competenze e reti imprenditoriali per aumentare la competitività delle imprese e lo sviluppo sostenibile dei territori, a partire dalla relazione fra istituzioni educative e mondo delle imprese. A Milano oggi scriviamo una tappa importante di questo percorso, l’inizio – sono certo – di intese e progettualità importanti”.
Hanno preso parte ai lavori del seminario, tra gli altri, anche Alessia Cappello, Assessora alle attività produttive del Comune di Milano ed Enrico Brambilla, Segretario Generale Apa Confartigianato Imprese.
Le suggestioni emerge sono state accompagnate dalle riflessioni di Paolo Manfredi, consulente per la trasormazione digitale Confartigianato Imprese e responsabile Digital Innovation Hub di Apa Confartigianato Milano Monza Brianza.
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