Scende da 5 a 2 anni la durata minima del contratto per le imprese che si affidano ai privati per la gestione dei rifiuti cosiddetti ex assimilati agli urbani. Lo prevede il DDL Concorrenza, approvato il 04 novembre dal Governo, che va incontro alle ripetute sollecitazioni espresse da Confartigianato per eliminare gli ostacoli alla libera concorrenza e alla gestione a mercato dei rifiuti prodotti dalle imprese, evitando di vincolarle a tempi incompatibili con le strategie di investimento. La battaglia di Confartigianato è stata appoggiata e sostenuta dall’Autorità Garante per la Concorrenza del Mercato che ha sempre considerato distorsivo per il mercato il vincolo temporale dei 5 anni per le imprese che intendono conferire fuori dal servizio pubblico i propri rifiuti urbani.
Ricordiamo che Confartigianato, fin da subito, ha chiesto un intervento normativo volto a ridurre il riferimento ai cinque anni, prevendendo quantomeno tempistiche più congrue all’attività d’impresa. Questo per evitare di orientare forzatamente il mercato verso una gestione pubblica dei rifiuti prodotti dalle imprese, anche se ricadono sotto la nuova definizione di rifiuto urbano. In questo modo si creerebbe un ostacolo alla libera concorrenza, penalizzando una gestione a mercato dei rifiuti prodotti dalle imprese che in questi anni ha garantito significativi risultati di riciclo.
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