"Le donne, ormai lo sappiamo, sono formate anche più dei colleghi, tuttavia, non riescono ad eguagliarne le performance professionali, siano esse dipendenti o imprenditrici. Il 2023 si apre con dati record, con un +30mila per quanto riguarda le donne occupate. È un buon segnale, ma non possiamo illuderci di aver risolto una questione annosa. Solo 1 impresa su 5, infatti, è guidata da donne, piccoli passi si stanno compiendo ma nella nostra operosa e virtuosa Lombardia il 2022 fa segnare in un anno un incremento di appena l’1,3% - spiega Rossella Nigro, Presidente del Movimento Donne Impresa di APA Confartigianato Milano, Monza e Brianza.
È tempo di sostenere il talento delle donne con una visione complessiva di rilancio economico e sociale. Le quote rosa non sono la formula magica per risolvere il problema della parità di genere, degli interventi una tantum e di effimere corsie preferenziali. Il futuro dipende da politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutte servizi indispensabili per conciliare il lavoro con la cura di sé e della famiglia. Per questo, Donne Impresa continuerà a battersi per definire un contesto normativo e culturale che consenta, alle imprese femminili a valore artigiano, di esprimere al meglio le potenzialità, di creare occupazione, generare innovazione e contribuire alla crescita economica e sociale”.
NUMERI LAVORATRICI INDIPENDENTI LOMBARDE (imprenditrici, libere professioniste, lavoratrici autonome, etc.) Le lavoratrici indipendenti sono 270 mila in Lombardia, pari al 14% del totale occupate, al 32% dei lavoratori indipendenti e al 6% degli occupati. Rispetto al 2019, anno pre crisi Covid-19, ne contiamo 29 mila in meno (-9,8%) mentre rispetto all’anno precedente (2021) mille in più (+0,3%).
LE IMPRESE ‘GIUDATE’ DA DONNE – nel documento allegato l’analisi per province – In Lombardia, nel 2022, sono 181.999 le imprese a guida femminile: si tratta di una su cinque (19,2%). Di queste il 21,4%, pari a 38.962 unità, sono artigiane. Nello specifico, le imprese artigiane gestite da giovani donne con meno di 35 anni sono 5.490 pari al 14,1% dell’artigianato femminile, mentre quelle gestite da donne di origine straniera sono 7.303, pari al 18,7% dell’artigianato femminile.
CONFRONTI DI GENERE - Dall’analisi dei dati Istat riferiti ad alcuni indicatori del BES, aggiornati al 2021, si osservano disparità di genere per lo più a favore delle donne sul fronte dell’istruzioni-formazione (persone con almeno un diploma, laureati, passaggio all’università, partecipazione alla formazione continua), ma a sfavore delle donne sul fronte lavoro (mancata partecipazione, stabilità contrattuale, bassa paga, occupati sovra istruiti, soddisfazione per il lavoro svolto). Per quel che riguarda l’ambito formazione-istruzione, le donne, che su 7 indicatori ne hanno 5 in cui presentano risultati migliori deli uomini, sono ‘deboli’ e presentano quote inferiori a quelle maschili relativamente alle competenze digitali e alla formazione STEM. Evidenza quest’ultima da non sottovalutare e su cui è necessario volgere l’attenzione con lo scopo di migliorare i risultati oltre a recuperare il gap, partendo da un adeguato orientamento delle giovani leve, poiché è proprio su digitale e tecnologie che si giocano le più accattivanti sfide del prossimo futuro.
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