Sulla base delle stime di Banca d’Italia il debito commerciale della P.A. – valutato nel 2017 in 56,7 miliardi di euro ed in discesa rispetto al recente passato – mantiene una componente non fisiologica, legata a ritardi e non a dilazioni di pagamento definite contrattualmente, pari a poco meno della metà (48,5%) del debito, mentre il restante 51,5% è coerente con i tempi di pagamento stabiliti contrattualmente dalle parti (componente fisiologica). Nel 2017 prosegue il trend di discesa del peso sull’economia dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, che passano dal 4,2 per cento del PIL per il 2015 al 3,8% per il 2016 per posizionarsi al 3,3% nel 2017, il minimo del decennio 2008-2017. In particolare si osserva che la riduzione del debito nell’ultimo triennio si concentra nella componente non fisiologica.
Pur evidenziando un trend di discesa, nel confronto internazionale l’Italia presenta un peso del debito commerciale delle Amministrazioni pubbliche più elevato rispetto agli altri maggiori Paesi europei. Secondo i dati di Eurostat, nel 2017 l’Italia ha un debito commerciale della P.A. verso le imprese per beni e servizi – per la sola parte di spesa corrente – pari al 2,8% del PIL, il secondo più elevato dietro alla Croazia (3,1%) e quasi doppio rispetto alla media dell’Eurozona e dell’Ue (entrambe con l’1,6%).
Sulla base dell’ultimo monitoraggio del MEF basato sui dati del sistema Siope+ attivo dal 2018, è possibile esaminare i dati sui tempi di pagamento di 1.342 Pubbliche amministrazioni locali nei primi tre trimestri del 2018, relativi a 1,8 milioni di fatture per un importo di 21,3 miliardi di euro, con una media 12.169 euro per fattura. L’importo medio più elevato è di 49.477 euro per fattura emessa verso Regioni e province autonome. Seguono – in linea con la media – con 13.392 euro per fattura le Città metropolitane e con 12.508 euro i Comuni con oltre 60 mila abitanti; l’importo medio scende a 8.136 euro per fattura verso le Province per assottigliarsi a 4.100 euro per i comuni di minore dimensione.
Nel monitoraggio i Comuni rappresentano oltre la metà (51,8%) dell’importo fatture, seguiti dal 37,3% di Regioni e province autonome dal 7,0% delle Province e dal 3,9% delle Città metropolitane. La situazione, in media, presenta una normalizzazione rispetto al passato: si registra un tempo medio di pagamento di 36 giorni per Province e Comuni sopra i 60 mila abitanti, di 32 giorni per Regioni e e province autonome mentre si rispetta si colloca al limite legale dei 30 giorni i pagamenti di Citta Metropolitane e Comuni tra 10 mila e 60 mila abitanti.
L’esame della distribuzione territoriale dei tempi medi di pagamento per ciascuna tipologia di ente evidenzia la presenza di situazioni di ritardo nei pagamenti, in alcuni casi accentuato. In particolare escludendo Regioni e province autonome – interessate dai pagamenti della sanità – tra gli enti che dovrebbero rispettare i 30 giorni, il 58,8% paga oltre i 40 giorni.
Nel dettaglio l’analisi dei dati elaborati per Regioni e province autonome indica tempi di pagamenti più elevati in Abruzzo con 69 giorni e Sicilia con 61 giorni. Sul versante opposto le situazioni più virtuose si registrano per Friuli-Venezia Giulia e Lazio con 19 giorni, Toscana con 18 giorni e Lombardia con 17.
I tempi di pagamento più elevati per le Province si registrano per La Spezia con 146 giorni, seguita – con tempi più che doppi rispetto al limite legale di 30 giorni – da Teramo e Terni con 99 giorni, Ascoli Piceno con 96, Cosenza con 84, Varese con 82, Campobasso con 81, Siracusa con 77, Barletta Andria Trani con 76, Vibo Valentia con 68, Isernia con 64 e Perugia con 61. Tempi di pagamento inferiori ai 20 giorni per le province di Piacenza con 19 giorni, Grosseto, Reggio Emilia, Siena, Agrigento tutte con 18, Mantova con 17, Monza e della Brianza e Viterbo con 16, Verona con 15 e infine Treviso e Sondrio con 11.
Sul fronte delle Città Metropolitane i tempi più elevati per Reggio Calabria con 67 giorni e Torino con 63. Le migliori condizioni a Milano e Firenze con 19 giorni e a Venezia con 11 giorni.
Per i comuni di maggiore dimensione – sopra i 60 mila abitanti – tempi più elevati per Andria e Alessandria con 96 giorni; seguono Lamezia Terme con 74, Guidonia Montecelio con 73, Reggio Calabria e Sesto San Giovanni con 72, Salerno con 71, Quartu Sant’Elena con 70, Fiumicino con 69, Caltanissetta con 68, La Spezia e Casoria con 66, Asticon 63. Tempi più ridotti per Bolzano e Verona con 15 giorni e Sassari con 13.
Tra gli oltre mille e cento comuni d minore dimensione 23 comuni – elenco disponibile in appendice – non hanno effettuato pagamenti. Tra i comuni pagatori si registrano tempi superiori ai 90 giorni per Termini Imerese con 114 giorni, San Valentino Torio con 109 giorni, Paternò, Acireale e Sala Consilina con 101 giorni, Sarzana con 94 e Sabaudia con 93. Pagamenti molto rapidi – sotto ai dieci giorni – per Palazzolo Sull’Oglio e Castenedolo con 9 giorni, Nichelino con 8 giorni e Forio con 7 giorni.
I dati di dettaglio sono disponibili nell’Appendice statistica “Fatture per forniture e tempi medi dei pagamenti di oltre 1.300 PA locali.”.