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Dopo i record del 2017, frenata dell’export nei settori delle MPI


Il 2017 è stato un anno record del made in Italy, ma le recenti tensioni sui mercati internazionali innescate dall’escalation sui dazi stanno impattando sulle esportazioni italiane, come certificato dal 13° Rapporto annuale presentato all’Assemblea di Confartigianato di martedì scorso. Nel dettaglio il surplus del commercio estero dei settori dei Beni di consumo, da solo, riequilibra l’89% della bolletta energetica, come esaminato nell’articolo odierno dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano energia. Nel I trimestre 2018 le esportazioni dei settori a maggior concentrazione di MPI aumentano del 2,8%, crescita inferiore sia rispetto al 6,3% del trimestre precedente sia al +6,0% di un anno prima nonchè al +3,5% dell’intero Manifatturiero nel trimestre in esame. Le esportazioni di questi settori sono trainate dal +4,6% dei Prodotti in metallo, dal +4,2% dei Prodotti alimentari e dal +3,5% dei Prodotti in legno; i restanti settori sotto tutti in crescita con l’Abbigliamento a +2,5%, gli Articoli in pelle a +2,0%, i Prodotti di altre manifatture – principalmente gioielleria ed occhialeria – a +1,9%, i Tessili a +1,3%, i Mobili a +1,2%. La recente escalation dei dazi, con tariffe decise dagli USA nei confronti di Europa, Canada e Messico su acciaio e alluminio a cui l’Ue ha risposto ponendo dazi principalmente su prodotti di metallo dallo scorso 22 giugno, può interferire proprio sul comparto che mostra la miglior dinamica tra i settori di MPI. Nell’analisi territoriale – a cui ha collaborato l’Ufficio Studi di Confartigianato Marche – evidenzia che tra le principali regioni esportatrici di prodotti dei settori di MPI – ciascuna con una quota sul totale maggiore o uguale all’1,0% – si registrano aumenti superiori alla media per l’Abruzzo che cresce del +12,8% (meglio del +8,5% di un anno prima), la Campania con il +9,1% (in controtendenza rispetto al -2,2% di un anno prima), per il Friuli Venezia Giulia con il +6,4% (era +10,3% un anno prima), per il Piemonte con il +6,0% (+9,0% un anno prima), per l’Emilia–Romagna con il +4,8% (meglio del +4,4% di un anno prima) e per l’Umbria con il +3,6% (era +8,7% un anno prima); crescono meno della media il Veneto con il +2,6% (era +3,8% un anno prima), la Lombardia con il +2,1% (era +8,8% un anno prima), il Trentino-Alto Adige con il +1,7% (era +3,8% un anno prima) e la Toscana con il +1,2% (era +6,5% un anno prima). Una diminuzione delle esportazioni dei settori di MPI si osserva invece per le Marche con il -1,0% (in controtendenza rispetto al +1,8% di un anno prima), la Puglia con il -1,0% (in controtendenza rispetto al +4,3% di un anno prima) ed il Lazio con il -4,6% (in controtendenza rispetto al +6,0% di un anno prima). A livello provinciale tra le trentasei principali province esportatrici di prodotti dei settori di MPI – anche in questo caso ciascuna con una quota sul totale maggiore o uguale all’1,0% – si rilevano aumenti a doppia cifra per Piacenza(+24,5%), Salerno (+21,6%), Alessandria (+16,9%), Rimini (+13,1%), Udine (+12,2%) e Venezia (+10,7%); seguono quattordici province con aumenti superiori alla media Biella (+7,6%), Pisa (+7,4%), Parma (+6,6%), Brescia (+6,2%), Verona (+6,1%), Prato (+6,1%), Padova (+5,0%), Reggio Emilia (+4,4%), Firenze (+4,3%), Varese (+4,2%), Perugia(+4,1%), Cuneo (+3,3%), Napoli (+3,2%) e Bologna (+3,1%). I dati per territorio sono disponibili nell’Appendice statistica “Made in Italy nei settori di MPI nel I trimestre 2018. I dati per regione e per provincia“. Clicca qui per scaricarla.


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