top of page

Ripresa mercato russo: +8,7% Made in Italy ultimi 12 mesi. Trainano i Macchinari


L’analisi dei dati sul commercio estero extra UE pubblicati dall’Istat evidenzia che i due mercati che registrano la migliore performance sono Cina e Russia. In particolare per la Russia si osserva a giugno 2017 una crescita dell’export del 26,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Negli ultimi dodici mesi l’export in Russia vale 7.459 milioni di euro, in salita dell’8,7% rispetto ai dodici mesi precedenti; l’attuale livello è di 792 milioni di euro superiore (+11,9%) al minimo di novembre 2016 ma inferiore di 3.314 milioni (-30,8%) rispetto al massimo di gennaio 2014.

La crescita degli acquisti di beni dall’estero indica che la Russia potrebbe avviarsi verso una fase di ripresa della propria economia: secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale per il 2017 è prevista la fine del periodo di recessione con una crescita del PIL pari a +1,4%, dopo un calo del 2,8% nel 2015 e una flessione dello 0,2% nel 2016; rispetto alle previsioni di aprile la stima è migliorata di 0,3 punti percentuali.

Nel biennio tra il 2014 e il 2016, la marcata svalutazione del rublo a seguito del crollo del prezzo del petrolio e dell’instabilità geopolitica insieme alle restrizioni imposte sul commercio estero nel 2014, hanno determinato una caduta delle esportazioni italiane verso la Russia. Il ritorno alla crescita negli ultimi mesi delle esportazioni nel mercato russo ha beneficiato di un contemporaneo deprezzamento dell’euro nei confronti del rublo, dopo una fase di forte apprezzamento: complessivamente da gennaio 2014 a giugno 2017 il rublo si è svalutato del 41,5%.

Dal confronto internazionale l’Italia risulta il secondo paese dell’Unione europea per export verso la Russia con un valore che nel I trimestre 2017 ammonta a 1.756 milioni di euro (pari all’8,8%), dietro alla Germania con 6.277 milioni di euro (pari al 31,5%) e davanti a Paesi Bassi con 1.362 milioni di euro (pari al 6,8%), Polonia con 1.348 milioni di euro (pari al 6,8%) e Francia con 1.241 milioni di euro (pari al 6,2%).

Passando alla dinamica per settore nei primi quattro mesi del 2017 focalizziamo l’analisi sui nove principali settori che rappresentano ciascuno almeno il 4,0% del made in Italy verso la Russia: complessivamente questi comparti rappresentano il 78,8% dell’export destinato al mercato russo e mostrano tutti un trend positivo o stabile nel I trimestre dell’anno. Nel dettaglio Macchinari e apparecchi (il 28,2% del made in Italy in Russia) crescono del 46,8%, Prodotti farmaceutici (il 4,3% dell’export) crescono del 45,0%, Prodotti alimentari (il 4,1% dell’export) sono in aumento del 32,5%, Prodotti in metallo, esclusi macchinari ed attrezzature (il 4,0% dell’export) sono in aumento del 24,9%, Apparecchi elettrici (il 5,7% dell’export) sono in aumento del 23,8%, Prodotti chimici (l’8,1% dell’export) in crescita del 20,1%. A seguire Articoli in pelle escluso abbigliamento (l’8,0% dell’export) in aumento del 13,5%, Articoli di abbigliamento anche in pelle e pelliccia (il 12,3% dell’export) in crescita del 13,3% mentre i Mobili (il 4,6% dell’export) segnano un leggero calo (-0,4%).

Tra le principali regioni, negli ultimi dodici mesi si osserva un maggiore dinamismo dell’export manifatturiero in Russia in Piemonte (+15,1% nell’ultimo anno apr. 2016-mar. 2017 rispetto il periodo precedente), seguito da Veneto (+11,6%), Emilia-Romagna (+9%), Lombardia (+8,3%). Ancora in territorio negativo le Marche (-1,4%) mentre si osserva un forte calo in Toscana connesso con un picco dell’export registrato nel 2015 e conseguente a commesse per forniture di Macchinari.

Nel 2016 le esportazioni manifatturiere verso la Russia incidono per lo 0,46% del valore aggiunto italiano. La regione con la maggiore esposizione sul mercato russo – valutata come incidenza percentuale delle esportazioni manifatturiere sul valore aggiunto del territorio – sono le Marche, con una incidenza più che doppia rispetto alla media (1,08%); seguono con valori superiori alla media nazionale Emilia-Romagna (0,97%), Veneto (0,88%), Friuli-Venezia Giulia (0,84%), Lombardia (0,57%) e Piemonte (0,47%).

bottom of page