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Il fisco italiano prova a voltare pagina e promette più sviluppo per le imprese


Un’intera giornata per presentare il volto nuovo del fisco italiano. Il 17 maggio le porte del Ministero dell’Economia si sono aperte per ospitare convegni e seminari dal titolo “L’amministrazione fiscale che cambia”. Un annuncio dietro al quale c’è la nuova strategia illustrata dal Ministro Pier Carlo Padoan e dai vertici dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

Parole d’ordine: meno controlli punitivi, più crescita per le imprese. Tutto questo mentre, nelle stesse ore, in Parlamento, Confartigianato e Rete Imprese Italia denunciavano l’eccesso di burocrazia che pesa sugli adempimenti fiscali e chiedevano il superamento degli studi di settore con i nuovi indici di affidabilità fiscale per creare un nuovo rapporto di compliance tra fisco e imprenditori. Come dire: vanno bene gli annunci e le promesse, ma ce n’è di strada da fare per ridurre il carico di tasse e semplificare la vita degli imprenditori.

Ed è proprio quello che ha sottolineato Andrea Trevisani, Direttore delle Politiche fiscali di Confartigianato, chiamato a condurre il confronto sulla semplificazione tecnologica in materia fiscale durante l’iniziativa del 17 maggio. Trevisani ha insistito sulla necessità di evitare alle imprese la perdita di 30 giorni l’anno tra le pastoie burocratiche degli adempimenti fiscali.

Alle sollecitazioni dei rappresentanti di Confartigianato ha risposto Annibale Dodero, Direttore Centrale Normativa dell’Agenzia delle Entrate. Il nuovo fisco dal volto umano comincia dagli Indici di affidabilità fiscale che sostituiranno gli studi di settore: “Gli indici di affidabilità fiscale non sono più un meccanismo per punire, per fare accertamenti – ha detto Dodero – bensì uno strumento per riconoscere i contribuenti più virtuosi e avere nei loro confronti la dovuta attenzione. È cambiato il paradigma: da un meccanismo di repressione di comportamenti scorretti, che ha incontrato molte difficoltà anche dal punto di vista giurisprudenziale, si passa ad un meccanismo che invece vuole vedere chi sono i contribuenti più corretti per considerarli nella giusta maniera nell’ambito del panorama fiscale”.

Il fisco può essere anche leva di sviluppo, con gli incentivi del Piano Industria 4.0 che riducono le tasse per le aziende che investono nell’innovazione. “In questa giornata – ha spiegato Annibale Dodero – è stato fatto il punto della situazione delle cose che il Governo ha fatto nell’ultimo periodo. Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali è stato evidenziato come siano state introdotte misure che premiano i comportamenti virtuosi dei contribuenti e che sono di interesse anche per le piccole imprese. Mi riferisco alle agevolazioni per il super e iper ammortamento, ma anche a quelle per ricerca e sviluppo perchè nelle piccole imprese ci sono tanto know how e tante conoscenze che possono essere messe e bilancio e valorizzate per ai fini della riduzione della pressione fiscale. L’insieme di queste agevolazioni può produrre effetti significativi per l’abbassamento della tassazione effettiva che non è più quella nominale del 24% ma può scendere in modo significativo per gli imprenditori che hanno comportamenti virtuosi. Questo significa meno tasse, più innovazione, maggiore competitività e maggiore capacità di essere sul mercato”.


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